FIRE FOX con Rotax 503 spingente
ULM Volo ultraleggero  |  30 Ottobre 2020 12:02  |  Article Hits:2247
Ultraleggero Firefox
Ultraleggero Firefox
Volpe di Fuoco. Un nome altisonante, mutuato da quello del fantasioso supercaccia russo rubato da Clint Eastwood ai cattivoni sovietici, e che calza con simpatica ironia all’ULM della Euro Fly.
Ideato dai fratelli Filippin quindici anni fa, il Fire Fox ultraleggero è ancora oggi attualissimo. L’esemplare che andiamo a provare, nuovo di fabbrica, è il quattrocentesimo. Il suo aspetto assolutamente convenzionale ci è familiare come il vicino di casa che incontriamo tutti i giorni; la sua semplice struttura in tubi rivestita in sgargiante tela trilaminare a prima vista non rende giustizia delle molte virtù dell'apparecchio, che riscontreremo durante la nostra prova.
Una cosa appare comunque subito evidente: il Fire Fox è un autentico ULM, tanto nei pesi quanto nello spirito.
Le semiali e gli impennaggi sono ancorati con elegante semplicità a una trave portante in tubo d’alluminio, che pure sostiene la cabina a posti in tandem, compatta e spartana ma funzionale. La costruzione è molto accurata, con materiali scelti giudiziosamente e con realizzazioni meccaniche di alta professionalità.
ll manuale operativo redatto dal costruttore è ben fatto e illustra in maniera molto comprensibile le procedure di normale utilizzazione e le limitazioni operative del mezzo, nonché una lista. di controlli e di interventi manutentivi ordinari fino alle 200 ore.
Durante i nostri controlli pre-volo verifichiamo la mancanza di giochi e la bassa elasticità dei comandi; qualità degne di macchine di classe superiore.
L’ingresso in cabina è relativamente agevole in entrambi i posti. L’abitabilità consente di ospitare anche piloti di buona stazza, garantendo comunque spazi vitali più che sufficienti. L’accessibilità ai comandi è completa e istintiva, e la visibilità dal posto anteriore e buona da dietro.
La messa in moto è manuale e (che rimane sul modello più economico), ma tale peculiarità non disturba più di tanto, visto che il motore parte al primo colpo.
Approfittando dei pochi minuti di riscaldamento è possibile saggiare il comportamento in rullaggio. Tanto la guida quanti il comfort di marcia sono soddisfacenti e ci sorprende molto la manovrabilità al suolo: i raggi di sterzata sono minimi e si gira quasi facendo perno su una ruota. I freni, azionabili da una leva installata sulla barra e sono di buona efficienza. Anche il freno parcheggio viene attivato e bloccato con una leva di facile accesso.
Diamo tutto motore per il decollo. A pieno carico lo stacco avviene in 8 secondi sui 75 chilometri orari e dopo aver percorso meno di 100 metri. ln salita a 90 all’ora a piena potenza il variometro staziona attorno ai 5 metri al secondo.
A quota di crociera impostiamo delle stabilizzazioni a diverse velocità, sia a potenza applicata sia con il motore al minimo.
Le curve della stabilità statica longitudinale, inclinate e parallele, dimostrano un buon accoppiamento della cellula con il motore e rivelano un comportamento leggermente destabilizzante solo alle velocità piu elevate. E comunque un risultato pregevole se si considera la soluzione a motore spingente, posizionato in alto con asse di trazione sopra il baricentro.
ll comportamento in avvicinamento e durante lo stallo è tradizionale. I comandi laterali sono efficienti fino quasi alla perdita totale della portanza.
La caduta di muso o di ala non è molto violenta e la rimessa è pronta. L’autorità di comando è sufficiente per mantenere la macchina in stallo aggravato, condizione in cui si mantiene agevolmente il controllo con un uso appropriato della pedaliera. Anche nello stallo accelerato in virata il comportamento è regolare, con abbassamento del muso o, al massimo, della semiala esterna.
Le stabilità longitudinali dinamiche sono più che accettabili a tutte le velocità.
Lo smorzamento avviene entro tre cicli, che sono caratterizzati da un periodo di buona lunghezza.
Anche le stabilità latero-direzionali dinamiche sono eccellenti. L’unica pecca che riscontriamo è nella stabilità di rotta che è sì positiva, ma con richiami molto marginali. Quasi con certezza la causa è dovuta a un cumulo eccessivo di resistenza indotta dal carrello anteriore carenato e ai suoi leveraggi un po’ elaborati.
L’autorevolezza del trim longitudinale permette un bilanciamento dell’apparecchio a tutte le velocità dell’inviluppo di volo. In emergenza, con il trim bloccato a fine corsa, il Fire Fox è pilotabile a tutte l velocità con sforzi a dimensione umana.
In manovra, i comandi denunciano una buona omogeneità con sforzi accettabili e un po’ pesanti, come è auspicabile per un mezzo da scuola. La fedeltà della trasmissione dei comandi e la bassissima elasticità forniscono una ottima precisione a tutto vantaggio della facilità di coordinazione.
In  planata con motore al minimo e alla velocità di 80 chilometri orari, si ha una velocità verticaler di discesa di 2,5 metri al secondo che corrisponde a una efficienza intorno a 9.
La nostra taratura anemometrica indica che lo strumento segna quasi 10 per cento in più della velocità vera.
In volo livellato a bassa quota non è possibile dare massima potenza perché si supera agevolmente la V – NE di 135 km/h, anche tenendo conto dell’infedelta dell’anemometro.
L’atterraggio è istintivo e richiede uno spazio di arresto in sintonia con la corsa al decollo. Un parere spassionato ci fa dire che questo Fire Fox dà molta fiducia a chi vola per la prima volta. Questa è una ottima macchina volante elementare realmente ben fatta, che consigliamo di provare a coloro che sono particolarmente inclini a perdonare i difetti e le cattive qualità di volo di alcuni UML.
 
 
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