Biplano Caproni Ca.5

Le serie di bombardieri di trimotori pesanti Caproni Ca.1 Ca.2 Ca.3 ebbero successo, malgrado la scarsa maneggevolezza, in quanto si dimostrarono molto utili nelle missioni a lungo raggio. Il loro perfezionamento permise di creare due serie migliori alquanto diverse. L'aeroplano è capace di trasportare vari tipi di bombe: bombe demolitrici e bombe ad alto esplosivo per distruggere veicoli e strutture, bombe a frammentazione e incendiarie per eliminare la fanteria e siluri per attaccare obiettivi navali.

I Ca40 sono enormi con un vano per la bomba tra le ruote dello smisurato carrello di atterraggio.
Il secondo posto è assegnato al mitragliere posteriore, che utilizza una mitragliatrice Lewis e protegge la parte posteriore del bombardiere, con una capacità d'azione di 180 gradi.
Il terzo posto è assegnato a un mitragliere per attaccare bersagli terrestri.

La sua ampia apertura alare rende inoltre pericoloso manovrare a bassa quota o su terreni alti.
Pur essendo il velivolo sostanzialmente configurato in modo simile ai Ca.3 e i Ca.4, 20 questi "mostri" figurarono tra i velivoli più difficili da manovrare tra quanti parteciparono alla Prima guerra mondiale e fra quelli, in Europa, dotati di maggior apertura alare aperta (29,90 metri. Furono costruiti almeno una ventina di esemplari, in versione leggermente differenti: alcuni vengono adottati da reparti italiani, mentre sei furono presi in consegna dal corpo aeronautico della Marina Militare britannica nel gennaio 1918, che però si presume non abbiano preso parte al conflitto.

Dopo la guerra fu impiegata una versione civile del Ca4, del quale esisteva anche un modello idroplano.
La serie storicamente più importante, comunque, fu la Ca.5, uno sviluppo di seconda generazione del Ca.3 che ne conservava l'impostazione trimotore di base, ma con la formula biplana.

Caproni Idroplano

Più ampio più potente e perfezionato da numerose migliorie, il primo Ca.5 volò nel 1917; ne fu intrapresa una produzione considerevole che, si stima, raggiunse almeno i 300 esemplari, costruiti durante e dopo la guerra.
Ne furono elaborati diversi modelli affini comprendenti i Ca.45 e Ca.46, e alla Francia fu Concessa la licenza di costruzione del Ca.5. Un certo numero fu prodotto anche negli Stati Uniti, dove la Fisher Body e la Standard avevano l'intenzione di fabbricarne in quantità, ma la fine del conflitto stroncò il progetto.

Le unità italiane e francesi seppero tuttavia farne buon uso, come ultima espressione bellica di quella creatività della Caproni. Si dice che alcune unità le preferissero ai Ca.3, che dopo il conflitto si rivelò il modello più longevo.

La Piaggio costruì una versione idroplana del Ca.5.