29 dicembre 2023
Didattica: Aeroplani bombardieri della Prima Guerra Mondiale
Caproni serie Ca.1 e Ca.3
L'industria e aviatoria italiana nacque e si sviluppò in epoca prebellica (Prima Guerra Mondiale) con modelli di aeroplani che saranno ampiamente usati nel periodo bellico.
Durante il conflitto furono prodotti diversi tipi di aeroplani di progettazione e costruzioni italiana, tra i quali spiccano la notevole serie di bombardieri leggeri da ricognizione SVA (Ansaldo SVA dal nome Savoia-Verduzio-Ansaldo) e i bombardieri Caproni. L'Italia, uno dei paesi più precoci nell'affrontare il problema del bombardamento a lunga portata, si dotò di una flottiglia di Bombardieri a lungo raggio in grado di compiere missioni strategiche prima di altri grandi protagonisti della guerra.
Nel 1908, un vero precursore dell'Industria Aeronautica Nazionale, il conte Gianni Caproni, un ingegnere Trentino, fornì uno dei maggiori contributi all'aviazione militare, creando una serie di grossi bombardieri costruiti durante dopo la guerra.
Nel 1913 1914 esordi con il Caproni 30, che stabilì la configurazione di tutte le macchine seguenti.
Il Ca.1 era un biplano trimotore costruito in legno rivestito di tela che trasportava quattro membri dell'equipaggio in una navicella centrale aperta: due piloti, un mitragliere anteriore e un mitragliere posteriore, quest'ultimo adibito alle mitragliatrici superiori, in piedi sulla plancia centrale motore in una gabbia protettiva, proprio di fronte all'elica posteriore. Il Ca.1 aveva un carrello di atterraggio a triciclo.
Caproni "Piave"
L’Italia e la Russia furono tra i primi paesi a sviluppare una flotta di bombardieri pesanti prima della Prima Guerra Mondiale.
Il primo bombardiere, progettato da Gianni Caproni, era un biplano bitrave, equipaggiato con tre motori rotativi
Gnome da 67 kW (80 hp), alloggiati uno dietro l'altro in una gondola centrale, quello più arretrato che azionava un'elica di spinta. Gli altri due motori azionavano le eliche di trazione montate davanti alle due travi. Denominata Caproni 260 hp (poi, nel dopoguerra, Ca.30), questa configurazione fu utilizzata in una forma leggermente modificata (in seguito chiamata Ca.31) nell'ottobre 1914.
Il motore Gnome da 80 Hp ha delle qualità un peso relativamente basso camparato a altri motori della stessa potenza. I regimi di rotazione dei motori dell'epoca erano bassi e che per ottenere la potenza richiesta (in media, quindi, dell'ordine dei 100 CV (75 kW)), il ciclo di accensione della miscela aria-carburante era avvertito con delle scosse evidenti. Per evitare ciò, i motori furono dotati di massicci volani, il che naturalmente significava una struttura più pesante. Ma per un motore rotativo il volano non era necessario, perché il motore stesso ruotava, avendo una massa sufficiente per stabilizzare la corsa.
Caproni C3 conme silurante
I voli di prova hanno rivelato che la potenza era insufficiente e la configurazione del motore era impossibile. Caproni ha modificato l'aereo, mantenendo il motore booster nella sua posizione originale e spostando gli altri due motori nella parte anteriore delle travi, azionando direttamente le eliche. Con l'avvento dei motori in linea più potenti, l'Aeronautica Militare italiana fu interessata all'acquisto del Caproni da 300 CV (poi Ca.32), che chiamò Ca.1. Tra l'agosto 1915 e il dicembre 1916 furono consegnati un totale di 166 aerei.
Caproni C3 Falco Reg: 4166
Gli aeroplani Caproni della prima serie, presentavano una fusoliera cabinata a gondola con motore spingete tra le le due ampie ali biplane; due fusoliere gemelle, entrambe dotate di elica prodiera, si estendevano tra le ali verso la poppa, terminando in una coda a tre sezioni verticali.
Benché apparentemente goffi e fragili, i modelli prodotti, quattro posti, eseguirono importanti missioni di bombardamento nel maggio 1915.
Il primo apparecchio utilizzato ampiamente fu il CA 31 designazione militare, costruito in 166 esemplari, in azione contro bersaglie austroungarici nell'agosto 1915.
Seguirono il CA 32 costruito in numero limitato e il più potente CA 33 (CA 3) del quale si stima siano stati costruiti più di 250 esemplari, particolarmente noto per la collocazione posteriore esposta e azzardata del mitragliere di bordo, in posizione precaria vicino al motore spingendo nella parte terminale posteriore della cabina a gondola.
Il CA 3 serve in misura molto ampia le unità italiane e fu anche utilizzato dai francesi, che ottennero la licenza di produzione. Di questo tipo furono messe appunto numerose versioni.
Quindici squadroni di bombardieri (1-15 Squadriglia) erano equipaggiati con bombardieri Ca.1, Ca.2 e Ca.3, bombardando principalmente obiettivi in Austria-Ungheria.
Il 12° squadrone ha operato in Libia.
Il Ca.2 è uno sviluppo minore del Caproni Ca.1. È diventato chiaro che il design Ca.1 avrebbe potuto beneficiare di una maggiore potenza dunque Caproni sostituì il motore di propulsione centrale con un'unità più potente che all'epoca si chiamava Caproni 350 hp.
Furono costruiti solo nove velivoli, forniti all'Esercito Italiano insieme alle consegne dei Ca.1, tra l'agosto 1915 e il dicembre 1916.
L'armamento era composto da due a quattro mitragliatrici Revelli da 6,5 o 7,7 mm.
Il Caproni Ca.3 montava tre motori
Isotta-Fraschini V.4B, da 150 cavalli raffreddati ad acqua.
Motore a 6 cilindri in linea, raffreddato ad acqua. Nel corso della Prima Guerra mondiale si affermò la costruzione di motori a 6 cilindri in linea che consentivano, rispetto ai motori a 4 cilindri, di contenere le vibrazioni. L'Isotta Fraschini, che già dal 1909 aveva realizzato un primo motore per l'aviazione, nel 1915 sviluppò su richiesta della Marina Italiana una serie di motori con potenza superiore ai 150 cavalli. In questo modo nacque il modello V4, un motore in linea con disegno e tecnologia del periodo. Questo modello venne costruito in migliaia di esemplari e, su licenza, anche dalla Bianchi e dalla Tosi. Questo propulsore venne adottato per muovere gli aerei Caproni Ca.33, Macchi M.5 e sugli idrovolanti SIAI S.8 e Idro F.B.A.
L'Aeronautica Militare italiana utilizzò questo velivolo principalmente per bombardare obiettivi in Austria-Ungheria, ma fu utilizzato anche in Francia e Libia. Anche le forze aeree francesi (esc CEP 115 e CEP 130) e americane utilizzarono bombardieri Caproni, così come fece l'aeronautica britannica prima dell'introduzione del velivolo
Handley Page Type O. Dopo la guerra i bombardieri Caproni continuarono a volare fino al 1929 in Italia e negli Stati Uniti.
L'O/400 era un progetto di base che soddisfaceva gli standard della Prima Guerra Mondiale, nonostante le sue dimensioni di 100 piedi di apertura alare e quasi 63 piedi di lunghezza. L'aereo è pilotato da tre persone ed è dotato di due sistemi di carrello di atterraggio, ciascuno con due ruote montate. Il motore differenzia il sistema dal precedente design O/100 affiancando alla fusoliera motori Eagle VIII V-12 da 360 cavalli con marchio Rolls-Royce.
Caratteristiche Caproni Ca-3
- Apertura alare 22,20 metri
- Lunghezza 10,90 metri
- Velocità massima 140 km orari sul livello del mare
- Quota di tangenza 4100 metri
- Autonomia 450 km circa
- Armamento da due a quattro mitragliatrici da 7,7 mm, oppure 450 kg di bombe
- Motore Isotta-Fraschini V.4B a pistoni in linea da 150 cavalli l'uno
- Equipaggio quattro membri
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